L’abbandono, la dipendenza affettiva e la rabbia 

Come nasce l’abbandono

L’abbandono è una delle tematiche che molti adulti si trovano ad affrontare, più precisamente e comunemente è quello che si instaura a livello emotivo, derivato da dinamiche genitoriali.
L’abbandono ha sfumature e modalità diverse, il genitore troppo impegnato e assente a causa del lavoro creerà vuoti abbandonici nei figli, eccessivamente trascurati e non coltivati; anche la morte di una persona cara viene interiorizzata dall’inconscio come un abbandono.

L’abbandono è una delle emozioni più dolorose che una persona possa provare. Può essere causato da una varietà di fattori, tra cui la perdita di un genitore, di un amico o di un partner, o il trasferimento da un ambiente familiare o scolastico a un altro.

Le emozioni dell’abbandono possono essere molto intense e possono durare a lungo. Possono includere:

  • Tristezza: La tristezza è una delle emozioni più comuni associate all’abbandono. È un sentimento di dolore e perdita.
  • Rabbia: La rabbia è un’altra emozione comune associata all’abbandono. È un sentimento di frustrazione e risentimento.
  • Paura: La paura è un’emozione meno comune associata all’abbandono, ma può essere presente se la persona che è stata abbandonata ha paura di essere lasciata di nuovo.
  • Senso di colpa: Il senso di colpa è un’emozione che alcune persone possono provare se credono che siano state responsabili dell’abbandono.

L’abbandono può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere di una persona. Può portare a problemi di ansia, depressione, bassa autostima e difficoltà a fidarsi degli altri.

È importante cercare aiuto se si sta lottando per superare l’abbandono. Un terapeuta può aiutarti a elaborare le tue emozioni e sviluppare strategie di coping per affrontare le sfide che stai affrontando.

Questa tematica porta sempre con sè due compagne molto comuni quanto scomode: la rabbia e la dipendenza affettiva.
Chi è stato abbandonato e non amato durante l’infanzia sviluppa una forte dipendenza affettiva che si ripropone in ogni tipo di relazione e che fa scegliere persone non adatte a una relazione soddisfacente, solitamente un narcisista.
Altro aspetto caratteriale conseguente, è che il dipendente affettivo non tollera e non sopporta i distacchi necessari alla crescita e alla propria maturazione proprio perché gli ricorda l’abbandono ricevuto.
L’adulto avviluppato in questa dinamica, presenterà un’età psichica inferiore a quella anagrafica perché l’affetto e l’introiezione della presenza genitoriale fanno da ponte alle varie fasi evolutive della persona, per cui l’abbandono fa saltare il percorso psichico normale e crea dei buchi, dei vuoti nei quali la persona rimane bloccata nell’età in cui l’abbandono è avvenuto, perciò un uomo o una donna possono avere comportamenti simili ai bambini piccoli bisognosi di molto amore e di eccessive attenzioni, con conseguenze disastrose per i rapporti che, invece, richiedono maturità ed equilibrio interiore.

La dipendenza affettiva è un disturbo relazionale caratterizzato da un interesse eccessivo verso la persona amata a scapito dei propri bisogni e valori. Chi soffre di dipendenza affettiva spesso ha un’immagine di sé negativa e ha bisogno di sentirsi amato e accettato dall’altra persona per sentirsi bene con sé stesso.

I sintomi della dipendenza affettiva possono includere:

  • Un bisogno eccessivo di attenzione e di approvazione da parte del partner
  • Una forte paura dell’abbandono
  • Un’eccessiva gelosia
  • Un’incapacità di prendere decisioni senza il consenso del partner
  • Un’alterazione dell’autostima

Le cause della dipendenza affettiva non sono del tutto chiare, ma possono essere dovute a una combinazione di fattori, tra cui:

  • Esperienze traumatiche infantili, come l’abbandono o l’abuso
  • Problemi di autostima
  • Problemi di dipendenza da sostanze

La dipendenza affettiva può avere un impatto significativo sulla vita di chi ne soffre, sia a livello personale che sociale. Può portare a problemi di ansia, depressione, isolamento sociale e persino a forme di autolesionismo.

Le relazioni dei dipendenti affettivi ricalcheranno verosimilmente  l’abbandono ricevuto, diverranno abbandonici a loro volta e ogni minimo allontanamento sarà interpretato come una minaccia al rapporto. La guarigione potrà avvenire quando la lacuna affettiva verrà colmata da una relazione vera e profonda che vada a ricucire le ferite infantili e sviluppando una giusta e sana indipendenza economica, sociale ed esistenziale.
Subire un abbandono, oltre a creare vuoti e dipendenza affettivi, è un grande generatore di rabbia, essa è una conseguenza del bambino a sentirsi inadeguato ad essere amato e a sentirsi responsabile dell’abbandono subito nonostante non ne abbia nessuna colpa ed una volta diventato adulto, se non  avrà elaborato opportunamente i traumi abbandonici, egli stesso provocherà la distruzione di tutto ciò che c’è di sano nella propria esistenza, e sarà un mezzo per punire se stessi per la presunta responsabilità abbandonica.
Le relazioni sane e gli obiettivi di vita saranno traguardi impossibili da raggiungere, perché macchiati dal senso di inadeguatezza a meritarseli.

Le origini della rabbia

La rabbia è una richiesta di affetto che denuncia il dolore subito, ma c’è anche un suo risvolto positivo; infatti consente di uscire e allontanarci da coloro che ci hanno ferito e abbandonato e produce la giusta spinta per salvarsi da situazioni stagnanti che creano ulteriore impotenza e collera.
La rabbia, dona forza e coraggio, riuscendo successivamente a gestirla, può essere una spinta evolutiva se la si riesce a sublimare e trasformare in affettività, verso se e verso tutto il proprio universo relazionale.
All’abbandono si può rispondere con il “Prendere” e “Darsi”, tutto quanto di buono arriva dalla vita.
Superare l’abbandono

Superare l’abbandono può essere un processo difficile e lungo, ma è possibile. Ci sono diverse cose che puoi fare per aiutarti a superare l’abbandono, tra cui:

  • Riconoscere e accettare i tuoi sentimenti: Il primo passo per superare l’abbandono è riconoscere e accettare i tuoi sentimenti. È normale provare una varietà di emozioni negative, come rabbia, tristezza, senso di colpa o solitudine. Non cercare di reprimere o negare questi sentimenti. Lasciali fluire ed elaborali in modo sano.
  • Parlare con qualcuno di cui ti fidi: Parlare con qualcuno di cui ti fidi dei tuoi sentimenti può essere molto utile. Può essere un amico, un familiare, un terapeuta o un altro professionista della salute mentale. Parlare con qualcuno di cui ti fidi può aiutarti a elaborare i tuoi sentimenti e a sentirti meno solo.
  • Ricercare un aiuto professionale: Se stai lottando per superare l’abbandono, può essere utile cercare un aiuto professionale. Un esperto può aiutarti a capire i tuoi sentimenti, sviluppare strategie di coping e costruire relazioni sane.
  • Imparare a fidarsi di nuovo degli altri: Se hai vissuto l’abbandono, potresti avere difficoltà a fidarti di nuovo degli altri. Questo è normale. Ci vuole tempo e impegno per ricostruire la fiducia. Fai piccoli passi, come iniziare a fidarti di un amico o di un familiare fidato.
  • Sviluppare un senso di autostima: L’abbandono può danneggiare l’autostima. È importante lavorare per sviluppare un senso di autostima sano. Fai cose che ti rendono felice e ti fanno sentire bene con te stesso. Circondati di persone positive che ti supportano.

Ecco alcuni suggerimenti specifici per aiutarti a superare l’abbandono:

  • Trova un luogo sicuro dove poter esprimere i tuoi sentimenti. Può essere utile tenere un diario o parlare con un amico o un familiare di cui ti fidi.
  • Impara a conoscere te stesso e i tuoi bisogni. Cosa ti rende felice? Cosa ti fa sentire sicuro?
  • Fai del tempo per te stesso. Dedica del tempo alle attività che ti piacciono e che ti fanno sentire bene.
  • Sii paziente con te stesso. Il processo di guarigione richiede tempo.

Superare l’abbandono può essere un viaggio difficile, ma è possibile. Con il tempo, il supporto e lo sforzo, puoi imparare a guarire e a costruire una vita piena e significativa.

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