Manipolazione familiare: come i genitori manipolano i figli.
Quando una famiglia ha aspetti disfunzionali, avviene al suo interno una inibizione delle potenzialità e delle inclinazioni dei loro figli.
Accade che i bisogni evolutivi dei figli, si vanno a scontrare con le parti irrisolte dei genitori, si creano così dei conflitti che vengono sopiti tramite la repressione e la manipolazione delle più sane aspettative dei figli.
Lo sbocciare della figlia in età adolescenziale ad esempio, può far emergere nella madre la sindrome di Biancaneve, applicata in realtà alla matrigna cattiva e a quella sua forte invidia per la giovinezza e la bellezza sensuale di sua figlia, che più tardi cercherà di avvelenare con una mela. Anche felicità e la vitalità della bambina, può far emergere nella madre questa frustrazione.
Nel caso della dinamica padre figlio, il fatto che egli diventi un uomo con gli annessi di forza e trasgressività in espansione che l’età adolescenziale comporta, può innescare la rabbia del padre se per qualche motivo a sua volta non è riuscito a esprimere le sue capacità.
Di fatto è concesso ai figli di sviluppare le loro doti innate ed attingere alle loro risorse più funzionali alla propria evoluzione, solo se non vadano a toccare le regole nevrotiche familiari, i riti che ogni famiglia ha, spesso costruiti in risposta al bisogno di proteggere i genitori dal contattare ferite profonde mai del tutto superate.
Oppure all’opposto per compensazione, il cercare di spingerli esageratamente ad una determinata attività creativa, oppure remunerativa, può essere messo in relazione al fatto che il padre o la madre hanno subito delle frustrazioni, ed inibire quindi le loro spinte realizzative, magari vivere ristrettezze a causa di difficoltà economiche, per portare avanti la famiglia.
Le paure dei genitori
A volte il semplice farsi belli da parte dell’adolescente, diventa un motivo scatenante di frustrazioni che portano i genitori ad azioni di rabbia oppure di controllo. Come anche innescare la non accettazione della perdita del potere genitoriale essendo i figli più grandi ed è a questo punto che iniziano le più o meno velate castrazioni.
I divieti dei genitori
Il divieto di godersi la ricchezza della vita, di riuscire a prendere il meglio dalle persone, di non far fuggire le opportunità, è spesso legato all’impossibilità avuta dal padre o dalla madre di vivere gli stessi piaceri.
“Il divieto inconscio di sviluppare i propri talenti, di avere dei sogni ambiziosi, delle aspirazioni di autorealizzazione oltre la media, è connesso al trauma che i genitori hanno subito per aver dovuto inibire a loro volta parti migliori di sé.”
I genitori in questi casi colpiscono i figli, con un controllo esasperato a livello mentale e fisico, con giustificazioni improbabili morali o di opportunità. La loro inconscia missione perversa è: Abbassare la loro autostima!
Tra le frasi tossiche che vengono dette dai genitori troviamo:
“È meglio se non miri troppo in alto, potresti rimanere deluso/a, la vita è piena di pericoli e di furbi, fai attenzione, vola basso, metti i piedi per terra, non montarti la testa.
Questo tipo di comunicazione tossica, crea degli schemi mentali limitanti le reali possibilità del figlio, innescano delle proiezioni su di se ed il mondo circostante inquinate e sono il risultato di superamenti mai fatti dai genitori che genereranno convinzioni distruttive, senso di colpa, emozioni disfunzionali, e crollo dell’autostima.
Il mancato lavoro da parte dei genitori su se stessi, la permanenza di ferite ancora aperte in loro, vittime anch’essi di feriti che partono dalle generazioni precedenti, ricade drammaticamente sui figli sotto forma di inadeguatezza, disistima, perdita del senso, visione delle emozioni distorta, sentirsi non originali ed unici.
Nella mente di questi ragazzi prossimi adulti, si accavallano mille voci che aggrediscono il loro quotidiano fino a stordirli e non sapere più in quale direzione andare, pensieri che parlano male di noi, come il peggiore dei nemici. Pensieri ripetitivi che affermano di essere incapaci, che non ce la si farà a fare qualcosa, che non meritiamo questo o quello, perché si è brutti, troppo grassi o troppo magri, alti o bassi, oppure incapaci o degli inetti.
I genitori castranti
Ma da dove vengono queste voci?
Sono costruzioni genitoriali inconsce proiettate nella propria mente, attraverso le quali trasmettono le loro paure e fallimenti oppure i desideri più nascosti ed imbarazzanti.
In questa fabbrica di proiezioni limitanti genitoriali, i figli sono l’ultimo schermo di proiezione, che loro malgrado penseranno sia la loro storia, mentre invece è genitoriale.
Limiti che prenderanno forma in progetti non realizzati, amori non avuti, amicizie perse e peggio, emozioni mai vissute e questo alla fine farà sì che il risultato di ciò che si è, sarà estraneo a se stessi, non ci si riconoscerà.
Sono un cigno oppure un brutto anatroccolo? Un incapace oppure una persona capace?
Fare fronte a tutto questo, debilita anche i più forti, toglie energie al fare ed alla propria realizzazione, si diventa una freccia impazzita che invece di andare dritta verso il centro del bersaglio e ricevere la ricompensa, farà zig e zag alla fine mancandolo e lasciando in mano un pugno pieno solo di frustrazione.
Dare ascolto a queste verità inconfessabili familiari è sì difficile, ma possibile, perché ci saranno resistenze al vedere chi davvero è alla base della nostra costruzione, ma è un prezzo da pagare, perché altrimenti il conto che la vita farà pagare sarà altissimo, ossia la non realizzazione e la perdita di se stessi.
Occorre iniziare a togliere orpelli dalla propria personalità, ripulire i pensieri limitanti, un vero processo di disidentificazione e osservazione che parte dal dirsi: Ma io sono davvero questo, un inetto oppure una incostante? E se non lo sono, perché do ascolto ai miei pensieri distorcenti la realtà?
Si scoprirà un mare di cose irrisolte dai genitori, come dell’acqua stagnante e maleodorante che invade con i suoi cattivi odori il nostro essere. Si scoprirà anche la vera anima, che chiede di essere ripulita e guarita da tutto ciò che la opprime, perché è stanca di rivivere le stese cose all’infinito.
La vita non fa sconti ed è senza pietà, conviene decidere noi di pagare il prezzo per crescere e non farcelo imporre dalla vita.
Interrompere queste ripetizioni inconsce, libera energia, farà apparire bello lo sfidarsi verso le mete più elevate, allontanerà il male da noi stessi, non si può esistere solo per portare il fardello dei nonni e dei genitori, perché con questi pesi, ogni stella sembrerà irraggiungibile, ogni traguardo impossibile, ma appunto tutto questo può essere risolto, scendendo in profondità con una buona guida.
Le ferite dei genitori sono cicatrici visibili sulla pelle ed i comportamenti dei figli.
Manipolazione familiare.
Chi non fa questo tipo di lavoro, si troverà una volta adulto ad avere una opinione di se destrutturata che non gli appartiene, come se recitasse un personaggio che gli creerà tanti problemi, ma avendo detto i genitori che loro questi sono, questo loro saranno nella vita.
Su queste dinamiche inconsce, su questi legami perversi, su queste realtà invisibili, per sciogliere finalmente i nodi soffocanti che imbrigliano la nostra creatività, risorse e capacità di sviluppo è possibile intervenire efficacemente, con un lavoro significativo e profondo.
Da adulti i figli che hanno subito queste dinamiche, avranno sulle loro spalle un fardello molto pesante che limiterà le loro possibilità, ed automaticamente la propria esistenza, sia nelle relazioni, che nelle professioni, senza poter vedere il vero perché, potranno solo accettare che loro sono così, quando invece è solo un vestito non loro che indossano nella vita, che sia il cappotto vecchio di mamma oppure i pantaloni stretti di papà.
Un legame invisibile unisce i genitori ai figli alle generazioni precedenti, fatto di divieti occulti, aspettative castrate e di limiti indotti senza un vero perché, costringendo i figli a ruotare in tondo attorno a ferite mai rimarginate, con grande dispendio di energie e poca strada fatta.
Ma da tutto questo ci si può emancipare, si può rinunciare a questa nefasta eredità, che limita le potenzialità e farà appassire le migliori aspettative e talenti, ma per farlo occorre intraprendere un percorso di consapevolezza su di se e soprattutto di visione di quanto è alla base del rapporto con i propri genitori, che non sono del tutto sbagliati, ma in questi aspetti sì.
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